Grazie

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61.Grazie

Chiunque il cui stato di salute è buono e il cui cuore è sano Dio gli dona le sue grazie apparenti ed occulte.

62. Asse

L’implorazione, tra i modi d’invocazione, è l’intelletto dell’ammirazione poiché essa contiene la possibilità di comunicare con Dio e di chiamarLo con i Suoi bei Nomi “e a Dio (appartengono) i nomi (più) belli, InvocateLo per mezzo di questi nomi”

63. Abbondanza

Dio, il Vero, ordina di invocare con abbondanza, senza porre un limite all’abbondanza, affinché l’invocatore faccia lo sforzo e si dissuada, se la sua anima lo inganna, di aver raggiunto l’abbondanza. Egli dice: “ Oh credenti, invocate Dio con un’invocazione abbondante e “sabbihuhu” mattina e sera”. InvocarLo con abbondanza è la porta per entrare alla presenza sacra e per beneficiare delle delizie dell’Uno.

64. Tasbîh

Allâh! invoca il suo servitore e il risultato dell’abbondanza di invocazione è “fare tasbîh mattina e sera”.

65. Dio prega

Dio dice: “E’ Lui ed i suoi angeli che pregano su di voi per farvi uscire delle tenebre verso le luci “. Alcuni sono salvati del supplizio affliggente e li fa entrare nei paradisi eterni. Altri li conduce dalle tenebre dell’alterità verso le luci degli arcani, vale a dire: dalle tenebre delle creature alle luci del Creatore.

66. Acquietamento

Invocare intensamente Dio affinché i cuori si acquietino, grazie alla presenza con l’Invocato, e si rendano degni di portare gli arcani e di contemplare le luci “ Grazie all’invocazione di Dio che i cuori si acquietano”

67. Prigione

Il mondo di quaggiù è la prigione del credente: bisogna fare uno sforzo per lasciare la prigione e giungere all’esistenza assoluta immutabile, immutabile non per l’effetto dello spazio o del luogo. Tutto ciò sotto la direzione di una guida che conosce le vie.

68. Rinunciare

Rinunciare agli accidenti è il mezzo per rinunciare alle essenze umane. Questa è la seconda cosa chiesta all’aspirante. Gli si chiede, all’inizio, di rinunciare all’amore per il mondo di quaggiù e ai suoi ornamenti. Gli si chiede secondariamente di rinunciare all’universo intero e alle sue apparenze, dal suo Trono al suo Letto.

69. Enigma

Il linguaggio dei mistici è interiore. Le loro lingue sono strane (a’gamî). Questo è derivato da un’espressione profetica: ”Ho un momento dove solo Dio mi basta” e da tante altre verità muhammadiane o perle dell’Unicità.

70. Emancipazione

Sappi che l’aspirante non lascia le creature in modo tangibile, ma se ne libera in maniera simbolica al punto di figurarsi questo universo come una cupola, un pallone o come un atomo che lo abbandona, poi si incammina fra gli oceani dell’Unicità. Egli vede un’esistenza unica, senza dicotomia. E’ un’uscita spirituale che non ha alcuna relazione con un’uscita materiale.

71. Ritorno

Dopo essere stato completamente assorbito dalla presenza divina, l’aspirante ritorna a contatto con le persone … . Il cosmo sul micro-cosmo e non si vede che Dio anche se gli aspetti sono molteplici.

72. Pazienza

Le manifestazioni del ”qabd”, in molti momenti della vita, sono ineludibili. Il credente deve prenderle con grande pazienza, “Dio è coi pazienti “. Il conoscitore deve far suo il motto: ”Sii paziente perché la pazienza viene da Dio “.

73. Lucro

I beni della conoscenza divina sono più preziosi e più nobili dei beni effimeri. La conoscenza di Dio è migliore del denaro. E’ lucro assoluto.

74. No – Divulgazione

Non bisogna tenere nascosta la conoscenza perché nella scienza del sapiente … che i sapienti devono dare agli aspiranti che chiedono o a chi non conosce il modo di porre la questione perché ignora a chi chiedere.

75. Generosità

Più generosi degli uomini è colui che spende prima di essere sollecitato. I Profeti, che Dio li gradisca, così come i santi, che Dio sia soddisfatto di loro, seguono tutti la moralità di Dio, secondo il Corano: Quando il tuo Signore prelevò dai lombi dei figli di Adamo la loro progenie e li fece testimoniare su loro stessi: “Non sono forse Io il vostro Signore?”- “Sì! Lo testimoniamo”. Il Profeta dice:”Seguite le moralità di Dio” vale a dire …

76. Divergenza

La divergenza è una delle caratteristiche degli uomini. Non riescono ad accordarsi sulla stessa credenza o la stessa dottrina ed “è per questo che li ha creati”

77. Divagazione

Ciò che dicono i sufi, nel momento delle loro divagazioni, è un proposito che spunta dall’annegamento nell’oceano dell’unicità, privato dalle chimere cosmologiche. Con l’interpretazione, le divagazioni tornano ai testi dalla sarî ‘ha.

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