1. [Lo Shaykh Ahmad al-‘Alāwī] mi ha poi trasmesso il Nome supremo: “Allah” e mi ha autorizzato ad invocarlo in un modo specifico dopo avermi fatto entrare in ritiro spirituale (khulwa). L’ho invocato secondo le sue indicazioni, pronunciando ad alta voce il nome di Allah, chiudendo gli occhi e dopo aver effettuato entrambe le abluzioni. Ho dapprima immaginato ciascuna delle lettere come fogli nell’atmosfera, [fluttuanti nell’aria], ingrandendo poi il Nome fin quando non apparisse inscritto sulla pagina dell’intera esistenza creata. Sheikh Ahmad al-‘Alāwī [possa Allah essere soddisfatto di lui] mi ha, in seguito, rappresentato la sfera del mondo, vale a dire tutto ciò che è diverso da Allah, il Trono e ciò che contiene.
2. Mi ha autorizzato a invocare il Nome Supremo con forte volontà e grande determinazione fino a quando questa sfera non si è ridotta, ai miei occhi, a un punto. Ora essa è limitata o, piuttosto, cancellata come lo sarebbe un’onda in un mare agitato. Il ramo si è riassorbito nella radice, la parte è ritornata al Tutto. “È verso Allah che le cose ritornano”.
3. Tuttavia, Allah ha aperto rapidamente l’occhio del mio cuore. E le mie invocazioni furono di breve durata. Ho acquisito “l’apertura evidente” (fath mubīn) grazie alla benedizione del mio Maestro (al-Alāwī), che Allah sia soddisfatto di lui. La mia lode appartiene ad Allah.
Burhān al-Dākirīn (Evidenza degli invocatori).