Traduzione:
48-1:
In verità, ti abbiamo accordato un’eclatante vittoria,
48-2:
affinché Dio ti perdoni i peccati, passati e futuri, perfezioni su di te il Suo beneficio e ti guidi su una via diritta;
48-3:
ed affinché ti presti un potente soccorso
48-4:
È Egli che ha fatto scendere la quiete nei cuori dei credenti affinché aggiungano fede alla loro fede. A Dio appartengono gli eserciti dei cieli e della terra; e Dio è Onnisciente e Saggio.
48-5:
L’ha fatto affinché i credenti e le credenti possano entrare nei Giardini sotto i quali scorrono i ruscelli dove essi rimarranno eternamente; e per cancellare i loro peccati. Questa è una grande generosità da parte di Dio
Prova di commento:
Per l’unanimità degli esegeti, la surat al-Fath (N°: 48) è medinese o post – Egira. Fu rivelata al Profeta in una sola volta mentre era sulla strada di ritorno tra Mecca e Medina. Secondo questi stessi mufassirin, descrive un avvenimento decisivo degli inizi della storia dell’islam: il trattato di pace concluso con le autorità meccane ad al -Hudaybiyya [[Al-Hudaybiyya è una località vicino a Mecca. Questo trattato doveva permettere al Profeta ed ai suoi fedeli di recarsi in pellegrinaggio in questa città per tre giorni l’anno seguente. Prevedeva anche un periodo di pace di dieci anni tra le due parti. I Meccani ruppero questo trattato l’anno seguente ed il Profeta conquistò la città nel 630.]] , nel mese del šawwāl (6h/mars 628 d.C.). Il Profeta, salla Allahu ‘alayhi wa sallam, disse: “Questa notte, mi è stata rivelata un surat che preferisco a tutto ciò che il sole ricopre” [[Al-Bukhari ed at-Tirmidhi giudicano questo hadith: buono ed autentico. ]] .
I primi cinque versetti sono una buona notizia (bušra) annunciata al Profeta così come ai suoi Compagni (sahaba); un discorso di consolazione e di conforto con, in filigrana, la descrizione dell’Essenza divina, manifestata dai Suoi Nomi ed Attributi.
Il bušra veicolato dai primi tre versetti si rivolge specificamente e graziosamente al Profeta. Contiene cinque parti complementari, l’una più bella dell’altra.
Il Fath eclatante/evidente:
Potentemente espressivo, questo termine designa da un lato la Vittoria splendente che Allah aveva dato al suo Benamato così come ai Suoi servitori, dopo diciotto anni di persecuzioni inflitte dagli empi meccani. Dall’altro, questo termine, rievoca “l’apertura” dei Tesori della Conoscenza divina, della Guida e della Prossimità. Oramai niente “sarà chiuso” per il cuore benedetto del Profeta. Come se il sapere, serrato, inaccessibile e lontano, si ritrovasse infine “aperto “, svelato e visibile.
Il Perdono dei peccati:
Quelli del passato come quelli del futuro, è un bel modo per dire che il Perdono divino, per il Suo profeta, è generale, sebbene quest’ultimo sia infallibile. “Agl’occhi dei Ravvicinati, le buone opere dei Pii sono peccati”, si dice per spiegare che la perfezione non ha limiti. Il grado inferiore è errore rispetto a quello al disopra.
Il Perfezionamento delle grazie e dei benefici (ni’ma tāmma):
Allah gli ha accordato il beneficio più completo possibile, beneficio che corrisponde al suo alto rango; le grazie ed i doni variano secondo il rango di colui che ne beneficia. Al livello profetico, la grazia perfetta è la luce di profezia (nur al-nubuwwa) o l’onore di essere eletto per ricevere la Parola divina, diffonderla ed essere così il Porta parola del Signore dei mondi che si rivolge all’umanità intera.
L’orientamento sulla diritta via:
Nessun dubbio che la rettitudine del Profeta era pienamente acquisita. Il senso del versetto sarebbe allora: Allah aumenta per te la guida, indicando, oltre le peripezie e i dettagli della Via che conduce ad Allah, e definendo i principi che non sono stati fin là determinati. Questa guida è quindi una sintesi che riunisce la costanza (thabat) verso il Bene al quale egli è stato guidato e le nuove fasi verso le quali sarà ugualmente guidato [[Ibn ‘Ašur, at-Tahrir wa at-Tanwir,]] .
La Vittoria confermata ed il potente soccorso contro gli ingiusti:
La conclusione del trattato di al -Hudaybiyya rafforza ulteriormente il Profeta. L’essere pacifico onora il Profeta e accresce la sua immagine dato che era in grado di vincere sul campo i suoi persecutori. La prova ne è il Nome supremo “Allah”, rievocato qui per dimostrare che il Suo dolce intervento (‘inaya) permette di realizzare questa vittoria. Ora, non si tratta di vittoria militare, nessuna battaglia ha avuto luogo, ma del Vero contro il falso, del Bene contro il male, delle luci profetiche contro la testardaggine degli arroganti.
I credenti e le credenti:
Essendo associati sempre al Profeta, i credenti sono “coinvolti” da queste grazie, ma in modo differente. Avendo sostenuto il Profeta, Allah riserva i versetti da 3 a 5 ai Compagni. Un bušra particolare è loro proprio. A sua volta contiene cinque aspetti. Splendida ed inafferrabile simmetria. Prima di enumerarle, conviene sottolineare che questa buona notizia riguarda anche le Credenti, allo stesso titolo degli uomini. Ricordare ciò mira, come sottolineato da Ibn Ašur, “a dissipare ogni illusione la quale pretenda che questa promessa riguardi solamente gli uomini (…)”. Le donne hanno una parte uguale in questa epopea divina. In tempi difficili, dividono le stesse disgrazie, badano ai malati e ai feriti; soffrono in silenzio, in caso di vedovanze, di perdita di bambini e di sposi. Quale bella conferma divina! Questa spazza via, in un sol colpo, ogni accusa di segregazione. Allo stesso titolo degli uomini, le credenti avranno cinque virtù:
1 – La sakina (quiete): Allah fa scendere la sakina sui cuori dei Suoi servitori. Metaforico, questo termine significa che l’acquietamento proviene dalla Misericordia celeste. In realtà, storico, i Compagni furono delusi dal vedere la loro Guida concludere un trattato di pace coi miscredenti. Convinti di seguire il Vero, forti del loro numero e del loro armamento, pensavano di poter conquistare comodamente la Mecca. Con una dolcezza senza incrinature, una saggezza che guarda al lungo termine, il Profeta ha preferito riprendere la strada verso Medina, conciliarsi coi meccani sperando di orientarli, per la sua magnanimità, verso il Bene. Là risiede un ennesimo esempio di tolleranza e di amore di cui poche persone parlano. Allah ha dissipato i dubbi dei Compagni, ha ancorato lo yaqin, (quiete) ai loro cuori ricordando che la salvezza sta nel seguire il Profeta, guidato dal suo Signore. Sovente l’intendimento umano non vede il vero interesse e si precipita. La saggezza profetica è il senno.
2 – L’accrescimento della fede: Il frutto immediato di questa quiete è di aumentare la loro fede. Allah educa questi Compagni e bada Lui stesso ad elevarli attraverso prove e difficoltà, disillusioni e speranze. Li orienta verso ciò che decide, verso ciò che il Profeta ordina, verso il Bene che il loro intendimento non vede immediatamente.
3 – L’accesso al Paradiso: Come estrema ricompensa, Allah accorderà loro il Paradiso. La menzione del Paradiso ha qui un senso molto sottile: L’hanno meritato a causa del loro sostegno al Profeta e per l’accettazione della sua decisione che è una bella azione che si aggiunge alle altre loro buone opere.
4 – L’eternità: Affinché la loro gioia non sia intaccata dal senso dell’effimero, Allah afferma che il loro Soggiorno, in Paradiso, sarà eterno. Illusoria e limitata, la temporalità non avrà più incidenza alcuna sugli spiriti innamorati di Contemplazione del Volto Divino.
5 – L’espiazione dei peccati: Accompagnare il Profeta, accettare le sue decisioni, farsene carico, conduce, finalmente, all’espiazione dei peccati. Allah voleva ricevere credenti puri, esenti da ogni peccato che macchierebbe la loro venuta.
“L’apertura” è il felice dono che Dio offre alle Sue Genti, il Profeta alla loro testa. Di fatto, storicamente, si tratta dell’apertura di una Città, diventata sicura, (al-balad al-amin) dopo gli anni di smarrimento e di ostilità. Trattandosi dei cuori essa è, svelamento, per chi vuol vedere, dei Tesori della Conoscenza divina, della Sua Soddisfazione e dei dolci arcani della Sua Prossimità. Il primo ad essere toccato da questo fath è certamente il Profeta. I frutti delle futuhat (illuminazioni) che ha ricevuto durante la sua vita è ciò che sperimentano i musulmani di ogni epoca. Basta a questi ultimi fondersi nel suo cuore affinché il loro acceda ai Tesori aperti. Non è un caso se Ibn ‘Arabi (1165-1240) intitolò il suo lavoro: al-Futuhat al-Makkiy (Le Illuminazioni della Mecca) in ricordo di questo momento dove Allah si è manifestato ai Suoi servitori e ha autorizzato loro l’accesso ai preziosi misteri della Sua Prossimità. Questa surat non “vale più di tutto ciò che il sole ricopre?”
Abu Chady al-Madani
Domenica 6 gennaio 2013.