Allah ha autorizzato i Suoi servitori, i musulmani, a realizzare gli scopi e i progetti ai quali aspirano, tuttavia Il loro valore varia secondo la “himma” di ognuno. Questo termine, difficilmente traducibile in lingue europee, designa la volontà, l’aspirazione, l’ambizione o l’attaccamento interiore a realizzare un obiettivo, qualunque esso sia. Dunque, “himma”, è una forza interiore che anima le azioni dei credenti, li conduce a designare un scopo, a determinarne il senso e, al tempo stesso, è il motore spirituale e l’obiettivo ultimo che motivano la disciplina nel Sayr (avanzamento) verso Allah.
Per la Sua Grazia divina, Allah ci ha reso leciti numerosi progetti materiali come il lavoro, la costituzione di una famiglia, la promozione sociale, l’azione politica… fin quando queste realizzazioni restano conformi ai precetti dell’islam. Nel Corano, Allah dice: I “vostri sforzi sono certo differenti” (Corano, 92; 4). la differenza dei nostri sforzi ha, in questo versetto, un senso positivo e significa che le opere dei musulmani potrebbero essere molteplici e variabili purché lo scopo finale sia di raggiungere la Soddisfazione di Allah.
Tuttavia questi sforzi, pur legittimi, variano per prospettiva e finalità. Certe azioni mirano solamente alla realizzazione di un bene materiale, altre alla concretizzazione di un sogno secolare, altre ancora alla soddisfazione di una ambizione personale … Ora, la himma del Credente, il vero, è di raggiungere Allah, di essere al Suo servizio, di fondersi con la Sua Volontà facendo sparire ogni altra volontà effimera e limitata dalle piccolezze della nafs (ego).
Ricordiamo che gli atti rituali (‘ibadat) mirano a realizzare un scopo più elevato, non sono imposti in quanto fine a se stessi. Anche il Ruh del credente deve elevarsi nella scala delle ambizioni fino a non volere niente eccetto Allah, fino a che la sua stessa volontà si confonda con quella di Allah e voglia solamente ciò che vuole Allah.
Questo avanzamento spirituale è quello dell’educazione della himma: lo sviluppo della sua elevazione progressiva per ben distinguere gli scopi e stabilire le priorità.
Abu Hurayra riporta questo hadith: “Eravamo seduti accanto al Profeta, salla Allahu ‘alayhi wa sallam, la surat al-Jumu‘a (Venerdì) gli fu rivelata. [Sentendo il versetto] “e di altri tra essi..”, l’interrogai: “chi sono questi altri? “. Il Profeta non mi rispose. Posi la domanda tre volte mentre Salman, il Persiano, era con noi. Il Profeta mise la sua mano su Salman e disse: “Se la fede sta al disopra di Thurayya [Astro molto alto], degli uomini come questo l’avrebbero cercato”. (al-Bukhari).
Così, la himma deve essere elevata, lontana, legata agli ideali supremi e non deve limitarsi alle piccole invidie passeggere e spesso distruttrici. Unica evidenza: nessuno scopo è più elevato di Allah, subhanahu wa ta‘ala. La nostra breve vita va messa al servizio di questa finalità finché giungiamo a non più volere altro eccetto Allah, l’Unico …
N. al-Madani, 3-4-2016.