Ijaza dello Shaykh al-Alawi
Questa è la licenza (nel senso di attestato di una funzione e di un grado spirituale) di coloro che hanno la conoscenza.
Oh faqir, pervenuto all’estinzione, affiliato al partito del Signore, Mohammed ibn Khalifa ibn al-Haj Omar, più conosciuto con il nome di al-Madani, ci hai frequentati per lunghi giorni e per te Allah ha dissipato le illusioni e ha sollevato i veli. Il profitto che hai tratto dalla nostra frequentazione è stato in misura dell’amore che hai nutrito per noi, così dovrai far profittare anche i tuoi fratelli tra i servitori di Dio perché non è lecito che un uomo lasci (tenga per se) la scienza giusta che gli è stato concesso di ricevere. Hai il grado di guida (spirituale) che ti impegna con totale serietà, guida dunque chi fa appello a te, conduci verso l’unione chi è in confidenza con te.
Nella via Shadhuli ti conferiamo licenza verbale per confermare la licenza del cuore che ti abbiamo già rilasciato prima, hai il dovere di amare continuamente il tuo Signore, perché Allah riserva al suo servitore il posto che questi gli riserva nella sua anima. Formulo l’augurio che Allah ti accordi la perennità del suo amore, e sappi che l’assistenza del Signore è in funzione della disposizione del servitore.
Della nostra condotta niente ti è stato nascosto, segui, dunque, ciò che di meglio contiene, non le nostre imperfezioni nella guida. Il nostro Maestro, mio Signore Mohammed al-Bûzaydi, passava molte notti avvicinando i servitori del Signore … segui la tradizione dei nostri precedenti maestri a cui abbiamo chiesto in prestito la via, sarai tanto più solidamente attaccato ad essi per quanto più tempo tu ti sarai conformato alle loro tradizioni. Veglia affinché Allah ti benedica per la loro amicizia e il loro patto, Allah veglierà su te, è il migliore fra coloro che vigilano, più clemente dei clementi.
Per concludere, supplico Allah il Grandissimo per la gloria del suo Profeta generoso, che Allah preghi su di lui e gli conceda con intensità il suo saluto, di preservarci in ciò che egli ci ha donato, di assecondarci nell’osservanza dei suoi ordini.
Ti supplico, oh Signore, per il più grande dei tuoi messaggeri, il migliore di tutte le tue creature, di appianare per lui, al-Madani, la via diritta, l’abbiamo condotto davanti alla tua porta, egli ti farà amato dalle tue creature e le tue creature saranno da te amate. Oh signore! Allarga davanti a lui la via della tua conoscenza, introducilo nella tua cinta inespugnabile, preserva tutti quelli che si ricollegheranno a lui, per il privilegio dell’ingresso alla tua presenza, e sii, oh nostro Signore, Il suo udito, la sua vista, la sua mano la sua gamba, oh Signore! Spegni la sua esistenza nella tua finché non resti altro da te e per te, Amin! Per il carattere sacro del Maestro dei messaggeri!
La nostra ultima preghiera è lodare Allah, il Signore dei mondi. »
1) Nascita, educazione di base (1888 / 1909)
Mohammed ibn-Khalifa al-Madani nacque a Qûsaybat al-Madiyûni nel 1888, da una famiglia prestigiosa per la sua pietà. Suo padre Khalifa era un commerciante itinerante, differiva degli altri per la sua spigliatezza; possedeva una carretta sulla quale trasportava il suo olio fino a Tunisi, là poteva smerciarlo, realizzare dei benefici sostanziali e tornare al villaggio. Per la sua devozione fu ben presto tra i discepoli dello Shaykh as-Sadiq as-Sahrawi, grande Muqaddam della confraternita Madaniyya-Chadhûliya a Tunisi della quale il maestro spirituale era lo Shaykh Mohammed Zafir al-Madani.
Khalifa ibn-Hassin desiderava ardentemente avere un figlio e fece voto di chiamarlo con il nome del fondatore della confraternita (Mohammed al-Madani) della quale era fra i membri più dinamici.
Quando il bambino nacque fu quindi chiamato Mohammed al-Madani e ben prima dell’età di cinque anni frequentò il Kûttab per apprendere il Corano. Dopo aver memorizzato i 60 capitoli del libro, all’età di 12 anni, fu mandato a Monastir, là seguì i corsi della scuola coranica e imparò a leggere, a scrivere e a far di conto.
Nel 1901 tornò al villaggio per intraprendere lo studio delle scienze religiose, delle regole della sintassi e della grammatica araba. Ebbe eccellenti maestri. Dopo due anni, il piccolo Mohammed ibn-Khalifa al-Madani, fu considerato in grado di proseguire gli studi alla Grande Moschea di Tunisi. All’età di quindici anni lasciò il villaggio per iscriversi alla Zaytûna, “… era considerato come uno degli allievi più studiosi del suo corso… “.
Alla Grande Moschea, il giovane Mohammed al-Madani frequentò l’insegnamento intensivo dell’università az-Zaytûna che preparava per differenti carriere. In quel periodo l’influenza dello SHaykh Mohammed ‘Abdûh era già profonda e nell’ambito universitario trovò un campo molto fertile per il radicamento delle sue idee .
Alcuni Uléma aderirono al riformismo e diventarono suoi discepoli, molti altri, invece, lo combatterono. Quando Mohammed al-Madani si iscrisse allo Zaytûna, nel 1903, il clima era caratterizzato dalla tensione che regnava fra i docenti, questa tensione si accentuò in occasione della secondo visita che lo Shaykh ‘Abdûh intraprese in Tunisia, (la prima nel 1884 durò 40 giorni) le liti aumentarono in violenza tra sostenitori ed avversari del Grande Iman d’Egitto. L’amarezza prese rapidamente il giovane allievo che tre anni prima rimase sconcertato da ciò che aveva visto a Tunisi, quando la visitò per la prima volta: “saresti veramente incapace di riconoscere i musulmani dei cristiani tanto si somigliano e per i vestiti e per la lingua … “.
Ed ecco che i detentori del sapere, i garanti dell’identità musulmana, si azzuffano tra loro invece di unirsi contro i conquistatori stranieri.
2- l’incontro col Maestro (11 / 1909)
Quando frequentava l’ultima classe che prepara al Tatwi’ (Diploma di fine studi del secondo ciclo) Mohammed al-Madani era in stretta relazione con il Grande Muqaddam della Confraternita ach-Chadiliya, Mohammed as-Sadiq as-Sahrawi, il quale gli aveva rilasciato, poco tempo prima di morire, nel 1909, una Ijaza, tama, mutlaqa, ama (licenza completa, assoluta e generale).
Il giovane Mohammed al-Madani incontrò lo Shaykh Ahmed al-Alawi nel mese di novembre del 1909, egli faceva parte di un gruppo di giovani che lo Shaykh vide in una sua visione.
“ Pensavo che lo Shaykh al-Alawi fosse simile ai Maestri della nostra epoca … ma appena ebbi ascoltato le sue prediche spirituali (tadkîr), gustato le delizie del suo eloquio, la forza del suo verbo ed il potere della sua intelligenza mi dissi: queste parole hanno il fresco profumo (della prossimità) del Signore dei Mondi (hâdal kalâm qarîb al ‘ahd min rabil ‘âlamîn) … allora mi presentai a lui dopo averlo umilmente salutato … feci il giuramento di fedeltà ed egli mi trasmise le litanie generali della sua confraternita “.
Partito lo Shaykh, Mohammed al-Madani continuò ad osservare scrupolosamente le direttive spirituali del suo Maestro. Regolarmente, mattina e sera, praticava il Dhikr mentre seguiva i corsi della Zaytûna, ma il cuore non era più li, Mostaganem l’accaparrò con tanto più ardore quando a Tunisi si apprese del ritorno definitivo dello Shaykh a Mostaganem dopo un breve viaggio itinerante. Decise di raggiungere il suo Maestro con il quale intratteneva una corrispondenza assidua. Interrompendo gli studi partì per Mostaganem, era il 1911, e vi restò per un intero anno. Presso il suo Maestro ricoprì la funzione di segretario personale preposto alla trascrizione delle sue opere, della sua corrispondenze ecc …
“Avevo tratto grande profitto dai segreti della teologia dell’Unicità (asrâr at-Tawhîd) dalla finezza della sua esegesi coranica, dai suoi commenti ed analisi degli Hadith e non avevo alcun dubbio che ciò fosse opera dell’ispirazione divina …”.
Dopo questo anno passato a Mostaganem ed a Tlemcen dove Mohammed al-Madani si adopera a dispensare corsi di grammatica (nahw), di sintassi (sarf), di retorica (balâgha) e di diritto, fiqh, ai giovani discepoli, lo Sceicco al-Alawi rilasciò un permesso scritto, ijâza, che autorizzava Mohammed al-Madani a diffondere gli insegnamenti della confraternita in Tunisia, era domenica 3 di dicembre 1911.
Ijaza dello Shaykh al-Alawi
Qesta è la licenza (nel senso di attestato di un grado spirituale e di una funzione) di coloro che hanno la conoscenza, oh faqir pervenuto all’estinzione, affiliato al partito del Signore, Mohammed ibn Khalifa ibn al-Haj Omar, più conosciuto con il nome di al-Madani, ci hai frequentati per lunghi giorni e per te Allah ha dissipato le illusioni e ha sollevato i veli. Il profitto che hai tratto dalla nostra frequentazione è stato in misura dell’amore che hai nutrito per noi, così dovrai far profittare anche i tuoi fratelli tra i servitori di Dio, perché non è lecito che un uomo lasci (tenga per se) la scienza giusta che gli è stato concesso di ricevere. Hai il grado di guida (spirituale) che ti impegna con totale serietà, guida dunque chi fa appello a te, conduci verso l’unione chi è in confidenza con te.
Nella via Shadhuli ti conferiamo licenza verbale per confermare la licenza del cuore che ti abbiamo già rilasciato prima, hai il dovere di amare continuamente il tuo Signore, perché Allah riserva al suo servitore il posto che questi gli riserva nella sua anima. Formulo l’augurio che Allah ti accordi la perennità del suo amore, e sappi che l’assistenza del Signore è in funzione della disposizione del servitore.
Della nostra condotta niente ti è stato nascosto, segui, dunque, ciò che di meglio contiene, non le nostre imperfezioni nella guida. Il nostro Maestro, mio Signore Mohammed al-Bûzaydi, passava molte notti avvicinando i servitori del Signore … segui la tradizione dei nostri precedenti maestri a cui abbiamo chiesto in prestito la via, sarai tanto più solidamente attaccato ad essi per quanto più tempo tu ti sarai conformato alle loro tradizioni. Veglia affinché Allah ti benedica per la loro amicizia e il loro patto, Allah veglierà su te, è il migliore fra coloro che vigilano, più clemente dei clementi.
Per concludere, supplico Allah il Grandissimo per la gloria del suo Profeta generoso, che Allah preghi su di lui e gli conceda con intensità il suo saluto, di preservarci in ciò che egli ci ha donato, di assecondarci nell’osservanza dei suoi ordini.
Ti supplico, oh Signore, per il più grande dei tuoi messaggeri, il migliore di tutte le tue creature, di appianare per lui, al-Madani, la via diritta, l’abbiamo condotto davanti alla tua porta, egli ti farà amato dalle tue creature e le tue creature saranno da te amate. Oh signore! Allarga davanti a lui la via della tua conoscenza, introducilo nella tua cinta inespugnabile, preserva tutti quelli che si ricollegheranno a lui, per il privilegio dell’ingresso alla tua presenza, e sii, oh nostro Signore, Il suo udito, la sua vista, la sua mano la sua gamba, oh Signore! Spegni la sua esistenza nella tua finché non resti altro da te e per te, Amin! Per il carattere sacro del Maestro dei messaggeri!
La nostra ultima preghiera è lodare Allah, il Signore dei mondi. »
In tutto, Mohammed al-Madani dovette restare presso il suo Shaykh, circa tre anni, trascorse con lui tutto il 1911, poi altri due anni in maniera discontinua.
I primi anni di lavoro (1912 / 1918)
Diventato maestro di insegnamento primario a Monastir (1912 / 1915) si dimise, su indicazione dello Shaykh al-Alawi, per dedicarsi meglio alla vocazione di guida spirituale. Aveva formato i suoi discepoli già da quando insegnava e, oramai, gli occorreva soltanto guadagnarsi da vivere diversamente e siccome sapeva lavorare nei campi diresse i suoi sforzi verso l’agricoltura. Acquistò i suoi primi terreni a Souassis, provò con il suo continuo impegno che la terra non era sterile tanto quanto i nativi di questa regione credevano, piantò degli olivi, dei mandorli, dei fichi, coltivò il grano e l’orzo … Il clima non era certamente favorevole, né le terre molto fertili, ma lo sforzo dello Shaykh al-Madani non fu vano, tutt’altro, e le persone di Souassis si convinsero che le loro terre potevano produrre buoni raccolti.
La notorietà di al-Madani si ampliò, era ascoltato con più attenzione, con più serietà. Poco a poco i giochi di carte, largamente praticati nella regione vennero abbandonati, i furti divennero meno frequenti, i vizi di ogni tipo si ridussero, grazie all’influenza dello Shaykh al-Madani che, parallelamente alle sue attività culturali, si dedicava alla diffusione degli insegnamenti ricevuti del suo Shaykh, la via timidamente impiantata a Qusaybat al-Madiyûni e a Monastir, conobbe una maggiore estensione a Souassi, là, di villaggio in villaggio, Mohammed al-Madani, a dorso d’asino, a cavallo, alcune volte a piedi, portava la buona parola alle persone, li invitava ad assistere ai suoi insegnamenti che, ricolmi di versetti coranici e Hadith, risvegliavano nei beduini gli impulsi religiosi nascosti in loro da molto tempo.
I corsi di nahw (grammatica), sarf (sintassi) insegnarono ai bambini a prendere dimestichezza con la lingua araba, i corsi di fiqh (diritto musulmano) permisero agli adulti di praticare la loro religione conformemente alla Sharia (legge rivelata).
La diffusione della Tariqa avveniva nel nome dello Shaykh al-Alawi, lo Sahykh Muhammad al Madani, molto prima che il suo seguito si fosse esteso, ricevette l’autorizzazione dello Shaykh al-Alawi di dare il suo nome alla confraternita che aveva per compito (missione) di fondare in Tunisia, doveva essere probabilmente il 1914, anno nel quale lo Shaykh al-Alawi prese le distanze dai Darqawi. Era inconcepibile che un discepolo si prendesse unilateralmente la libertà di dare alla confraternita il suo nome (senza l’autorizzazione del maestro ancora vivente) ciò era non solo contrario alla morale islamica, ma anche all’etica ricevuta con la frequentazione del suo maestro.
3- il Maestro spirituale (1918 / 1959)
Una zawiya era dunque necessaria per l’irradiazione della confraternita Madaniyya. Su alcune particelle di terreno, acquistate dallo stesso Shaykh al-Madani , o offerte da persone devote a titolo di dono “per il volto di Dio”, si costruì la zawiya madre dei Madani a Qûsaybat al-Madiyûni, nel 1920, era parzialmente recintata, una parte della moschea, l’ala est, fu costruita col mihrâb. Lo Shaykh al-Madani cambiò residenza e si stabilì nella casa attigua alla moschea, ultimata nel 1921.
Nel 1933, la moschea fu ingrandita, delle nuove camere furono costruite per l’alloggio dei foqarà. Il 1943 vide la costruzione della madrasa (kûttab) per l’insegnamento del Quran, nel 1945, la moschea si ingrandì nella sua parte sud e fu costruito un secondo mihrab.
In realtà la zawiya si ingrandiva sempre, ed i lavori, per poco che si interrompessero, riprendevano di nuovo, grazie all’ardore, allo zelo ed al fervore dei discepoli, sotto lo sguardo accondiscendente del maestro. Il numero dei foqarà cresceva velocemente e le loro riunioni diventavano regolari, meno distanziate.
Ogni giovedì sera la zawiya si animava, gruppi di foqara, da ogni dove, arrivavano per cantare le odi dello Shaykh al-Alawi, di Omar ibn al-Faridh e le qassaid composte dallo stesso Shaykh al-Madani conformemente ai temi dei grandi maestri sufi. La zawiya vibrava di ebbrezza sufi, i foqarà che cantano le lodi e la gloria di Allah, la bellezza ed i meriti incommensurabili del Suo Profeta (S.a.w.) concludendo sempre la loro serata con una o più ‘imara o hadra (danza estatica).
Le mûdhakara del maestro lasciavano un impatto profondo e duraturo nei discepoli che, compiaciuti, se ne andavano a guadagnare nuovi fratelli.
Nel 1925, lo Shaykh al-Madani celebrò per la prima volta il Mawlid alla zawiya di Qusaybat al-Madiyuni.
Instancabilmente lottava contro tutte le forme di deviazione religiosa.
Lo Shaykh al-Madani ebbe, allo stesso tempo e suo malgrado, parecchi avversari, c’erano quelli che gli invidiavano le migliaia di foqarà pieni di vigore i quali sarebbero stati, secondo loro, meglio impiegati per altri fini, politici ad esempio; c’era poi chi, carico di diplomi rilasciati alla Zaytûna, vedeva nelle pratiche del sufismo Madani, delle pratiche eterodosse, delle innovazioni biasimevoli (bid’a) e chi rifiutava ogni pratica religiosa, quindi, ha fortiori, le pratiche esoteriche. Infine le autorità coloniali le quali, a priori, temevano tutti gli assembramenti indigeni, e se, grazie ai loro informatori, seppero rapidamente che la confraternita Madaniyya non aveva altre ambizioni che restaurare l’islam restituendogli la sua purezza primitiva a vantaggio dei comuni credenti (‘amma) e portare l’elite (khassa) a realizzarsi nell’Unico, le altre tre categorie di avversari restarono intrattabili e costituirono dei veri ostacoli alla diffusione del confraternita Madaniyya, la loro animosità si esacerbava tanto più quanto lo Shaykh al-Madani aumentava il suo ascendente e reclutava i suoi foqarà da tutti i livelli sociali.
Sempre in relazione agli attacchi dei suoi avversari, reclutati tra gli studenti della Zaytuna, aveva il dovere di provare ad essi che gli insegnamenti che dispensava erano graditi alle più alte autorità exoteriche e, in ogni caso, su questo piano, quello delle conoscenze generali, era munito dei più ambiti diplomi.
Nel 1926, si fece rilasciare una ijâza dal Mufti Malikita della Mecca, Mohammed Jamal ibn Mohammed al ‘Amir, che l’autorizzava a professare ‘ilm at-tafssir, (la scienza dell’esegesi) gli Hadith, il fiqh (la giurisprudenza), at-Tawhid wa alatuhu (la teologia unitaria e le sue tecniche), al-Badi’ (la retorica), al-Mantiq (la logica) … E così nel 1936, ricevette una ijâza firmata da Belhassan an-Najjâr, presidente delle commissioni degli esami alla Zaytûna il quale era, allo stesso tempo, il Mufti Malikita di Tunisi, che gli concedeva la possibilità di professare tutte le scienze razionali o scritte e specialmente la scienza degli Hadith ed il fiqh secondo le quattro scuole (madahib) con un’autorizzazione senza riserva.
Sette anni prima, un lunedì del 1929, accompagnato da una sessantina dei suoi foqarà, fece il suo primo pellegrinaggio alla Mecca e visitò Medina, al ritorno, Adda Bentounés, uno dei discepoli più amati dello Shaykh al-Alawi, delegato per questo, venne a Qûsaybat al-Madiyûni a presentare le sue congratulazioni e quelle dello Shaykh e di tutti i fratelli Alawi ai felici pellegrini Madani rappresentati dal loro maestro.
Oltre ai tre anni che lo Shaykh al-Madani aveva passato a Mostaganem ed a Tlemcen a contatto dello Shaykh al-Alawi, i loro rapporti continuarono e non furono praticamente mai interrotti, il Maestro e il discepolo si scrivevano regolarmente, quest’ultimo, inoltre, non lesinava sul suo tempo per andare in Algeria ad assistere alle grandi cerimonie spirituali che il Maestro organizzava. Nel 1927 fu presente all’ihtifal Alawi di Algeri, era probabilmente l’ultima volta che vide il suo Maestro in vita. Quando al-Haj Adda Bentounès mandò un telegramma che annuncia il decesso dello Shaykh, tutta la Zawiya Madaniya fu in lutto, lo Shykh al-Madani riunì i suoi foqarà e recitarono per intero il Quran per il riposo dell’anima del venerato Maestro.
I rapporti dello Shaykh al-Madani con la confraternita Alawiyya restarono inalterati e ciò malgrado i dissensi che si manifestarono dopo il decesso dello Shaykh al-Alawi.
Nel 1936, lo Shaykh Adda fece visita a Qûsaybat al-Madiyûni. Nel 1954, non fu a Hassan Trabelssi, né a Ali al-Bûdaylami che lo Shaykh Mohammed al-Madani rese visita, bensì a al Haj Adda Bentounès, successore legittimo dello Shaykh al-Alawi. Un anno dopo essersi dissetato alla sorgente del Maestro, ora defunto, intraprese un secondo pellegrinaggio alla Mecca (1955), e si abbeverò, questa volta, alla sorgente primordiale.
Fu giovedì 14 maggio 1959 che lo Shaykh Mohammed al-Madani, dopo una breve malattia, esalò il suo ultimo respiro nell’ospedale di Sus.
4- Ritratto dello Shaykh Mohammed al-Madani
Quando tornai a Monastir appresi che un maestro era stato nominato alla scuola Coranica, portava una specie di gandura (jubba) e la sua barba era lunga e folta, si diceva, si raccontava anche che portava una corona abbastanza massiccia al collo … In effetti era eloquente, scrittore, poeta e la vastità delle sue conoscenze sorprendeva tutti.
Per nutrire i suoi ed i suoi discepoli faceva conto sull’aiuto di Allah, Lui gli permise di avere fortuna e beni leciti, privi di impurità; nella gestione dei suoi affari si adoperò a cercare altre fonti di reddito (oltre all’insegnamento e alla pratica dell’agricoltura), in breve, tutto ciò che aveva acquisito in conformità all’etica islamica, lo adoperò in segno di riconoscenza verso Dio, una parte dei suoi beni per aiutare i bisognosi … “
Omar al-Rûkbâni, 1912.
“Camminando esalava da tutto il suo essere un profumo che faceva pensare, necessariamente, che si trattasse di un essere fuori dal comune, con la sua voce piena di dolcezza, giammai collerico, vi conquistava vostro malgrado, foste anche stati animati dal desiderio di nuocergli, tanto vi avessero eccitato contro di lui, ma per poco che vi parla vi conquistava con la sua voce che sussurra, con i suoi gesti spontanei, il suo sguardo sincero e diritto che vi arriva fino al cuore, vi seduce contro la vostra volontà, il sorriso sulle labbra, un sorriso incancellabile, vi offre il tè, un tè verde profumato alla menta, vi è servito sempre da uno dei suoi innumerevoli discepoli, egli sapeva, tuttavia, che venivo ad infastidirlo con le mie domande sornione e malintenzionate, con cuore gaio mi parlava e malgrado i miei tentativi che miravano ad innervosirlo, mai si lasciava prendere dalla collera, infine, abbandonai la lite e smisi di recarmi alla sua zawiya perché mi aveva soggiogato per la tanta bontà, benevolenza, larghezza di spirito, mi dispiace adesso, veramente, sinceramente, per tutto il torto che volevo fargli, ero in realtà manipolato da uomini che, avendo disperato di guadagnarlo alla loro causa politica, ed essendo incapaci di sostenere la minima discussione con lui, a causa della loro ignoranza, mi utilizzarono per procurar lite. Sul piano culturale avevo riconosciuto, davanti a lui e davanti ai suoi discepoli, la mia grande ignoranza e la mia mancanza di destrezza. A.H.G, diplomato di Sadiki.
L’amore dello Shaykh Mohammed al-Madani si radicò solidamente nel cuore della maggioranza delle persone di Monastir. Ora, i Monastiriani sono, tra i Sahilien, quelli che sanno meglio distinguere il buon grano dal loglio e stimare un uomo secondo il giusto valore. Non temevano né i grandi di questo mondo né i tiranni, a maggior ragione quando avevano la certezza che la giustizia e il diritto erano al loro fianco. Così non si lasciavano mai mistificare dai ciarlatani.
La condotta dello Shaykh al-Madani ci faceva pensare ai predecessori giusti (salaf salih), non era benevolo con quelli che gli facevano del male? Qualcuno forse l’aveva, anche un solo giorno, sentito sparlare d’altri? Chi potrebbe pretendere di averlo visto agire in contraddizione con la Shari’â ? Non lo si vedeva invitare abbastanza spesso un gran numero di poveri e offrir loro generosamente piatti semplici come si faceva nei tempi antichi … li vedevate, grazie a lui, indirizzarsi verso l’acquisizione del sapere, la pratica delle preghiere rituali e del dhikr in un’atmosfera di fraternità sincera, di aiuto, di pietà, di disinteresse.
Se talvolta un faqir portava vivande e le offriva al suo maestro, questi accettava il dono e non lo rifiutava, ma non chiedeva che gli si facessero regali e non guardava a ciò che gli si offriva, qualunque cosa fosse, del resto, ogni dono era largamente distribuito tra i poveri e i discepoli, così tutto era offerto o messo a disposizione degli ospiti di Allah, perché il soggiorno dei discepoli alla zawiya durava giorni, anche settimane, a volte parecchi mesi.
“ Nel 1919 mio padre lo invitò al mio matrimonio, coi suoi discepoli passò la notte a celebrare la lode di Allah e del suo Messaggero. Con canti ardenti, appassionati, essi si impegnarono tutta la notte con tutto il loro cuore, quando si alzarono per l’hadra o ‘imara, fui colpito dalla loro concentrazione al momento della cerimonia, la mûdhakara finale lasciò in me la migliore delle impressioni, era evidente che lo Shaykh al-Madani era convinto che aveva un missione sovraumana da compiere. Oh! Come era lontano dalle bassezze in cui sprofondano la maggior parte degli uomini, fu un uomo come se ne videro pochi nel suo tempo. Era praticamente uno dei rari individui rispettabili di Tunisia, si tenne lontano delle correnti ideologiche assetate di interessi secolari malgrado tutti gli slogan, più o meno umanitari, che esibivano alle masse. Ero convinto, quella sera, di avere davanti a me un gruppo di uomini molto legati al loro maestro, una “micro” comunità islamica che mi fece pensare alla prima comunità dei credenti del tempo del Profeta (S.a.w.), essi facevano rivivere in me queste reminiscenze di alunno avendo appreso la storia della comunità durante il periodo di studi religiosi.
Secondo la mia opinione, condivisa da molti, lo Shaykh al-Madani camminò sulla via del Profeta (S.a.w.) e si prodigò, durante tutta la sua vita, a formare discepoli che fossero l’immagine dei primi credenti, con la loro barba abbastanza lunga, il loro turbante ben avvolto, il loro gandura abbastanza ampio, la loro corona, il loro profumo di muschio o d’ambra, lo Shaykh al-Madani ed i suoi discepoli sembravano sgorgare, come per incanto, da un’era passata che si credeva perduta per sempre, tuttavia erano là, in pieno XX secolo, cortesi, limpidi, umili, comprendo ora perché l’immagine dello Shaykh al-Madani, da una sessantina di anni a questa parte, non vuol lasciarmi, potrei dire anche che mi ossessiona.
A volte rappresentava, indiscutibilmente, ciò che la religione islamica ha di inalterabile, malgrado gli “arieti difensori” e la molteplicità degli agenti corrosivi della storia, per una sua etica propria. Egli mi fa sempre tornare in mente le tradizioni di quei Profeti che conducono il loro popolo verso la via di Allah e di cui il Corano è così ricco. Per me la sua immagine resterà indelebile finché continuerò a vivere. Testimonianza raccolta nel 1977 e rilasciata da Mohammed Salah Mezali, anziano primo ministro tunisino del tempo del protettorato francese, marzo / agosto1954.
“Nato da una antica famiglia prestigiosa per la sua scienza e la sua rettitudine morale, va annoverato fra l’élite dei discepoli dello Shaykh al-Alawi …. lo Shaykh Mohammed al-Madani fu una guida spirituale universale… fu fra coloro che Dio gratificò con alte qualità morali. Quando il nostro Shaykh al-Alawi gli rilasciò l’autorizzazione di propagare gli insegnamenti della confraternita, era giovane, aveva solamente 23 anni, disse al Maestro: “Sidi, mi vedo troppo piccolo per assumere una responsabilità tanto grande” , “Ma io ti vedo grande” gli rispose lo Shaykh. Questo incoraggiamento ebbe un impatto positivo sul giovane discepolo il quale, essendo rientrato al suo paese ed essendosi svestito della tunica immaginaria delle illusioni, si ritrovò grande tra quelli del suo villaggio, difatti, appena vi si stabilì Dio fece attraversare il suo cuore, la sua lingua dal flusso della Sua saggezza in maniera tale che le persone si videro come attirate a lui per raccogliere questa saggezza”… Shaykh Adda Bentounès.
Questa saggezza rivestiva le forme più diverse, così coi suoi peggiori nemici lo Shaykh restava ben vigile.
Presentiamo un’allocuzione dello Shaykh Mohammed al-Madani al momento della commemorazione del Mawlid 1943, tratta dalla biografia dello Shaykh di al-Haj Abdûl’aziz bû-Zayd.
C’era, tra coloro che non facevano parte della confraternita, chi ci faceva del male… ma leggo attraverso il loro volto il desiderio di comprendere la nostra via e di beneficiarne… non sono spinti solamente dal desiderio di polemica cieca e ostinata, né da quello di vendetta… quando saranno convinti che l’adorazione in vigore nella nostra via riposa sulla base solida della tradizione del migliore dei primi e degli ultimi uomini, sulla fraseologia dei maestri sufi, allora si affilieranno alla nostra via e vi si attaccheranno con tutta la loro energia e prego Allah perché apra il mio petto ed il loro affinché possiamo compiere tutti i doveri che ci sono richiesti.
Quelli che si oppongono all’invocazione di Allah, al fondamento della nostra via, commettono un errore veniale, sono degli uomini sani, di buona fede.
Oh genti di Allah rammentatevi! Vorrei intrattenervi su di una personalità eminente di questo tempo a proposito della quale le controversie hanno agitato le lingue, si tratta di quest’uomo in piedi in mezzo a voi e che vi parla. Voglio dirvi come sono esattamente le cose senza cadere nell’eccesso del panegirico né in quello della calunnia affinché le persone sappiano veramente di cosa si tratta, perché molti cantano i suoi immensi meriti in molte città e in molte riunioni affermando che lo Shaykh Mohammed al-Madani è l’uomo del tempo annunciato, il suo soccorso, il suo Polo spirituale, l’erede del segreto del Messaggero di Allah… e che non ci sono uguali tra i suoi contemporanei, arrivano fino a sviluppare delle analisi che superano ogni misura, anche i limiti del panegirico, della devozione alla mia persona.
Un’altra categoria di persone, da anni, scrive spesso sui giornali, sostiene anche in certe riunioni e in alcune città che Mohammed al-madani è un impostore, un eretico, un uomo di paglia del governo, che detesta il partito Destour… ed anche qui l’eccesso, nella diffamazione e perfino nella calunnia…. L’uomo è da tanto tempo sulla terra e ha inevitabilmente degli amici che lo lodano e dei nemici che lo calunniano.
Ho avuto la fortuna di unirmi al sufi universale, al conoscitore per mezzo di Allah giunto alla stazione dell’Unione teofanica, lo Shaykh Sidi Ahmed al-Alawi che mi iniziò al wird del confraternita Chadhuliya, Darqawiya, Alawiya. Così dovetti cambiar rotta, poiché non andai più dietro ai diplomi in vista di diventare funzionario. Fui invece pervaso dal desiderio ardente di giungere alla stazione della conoscenza suprema per la presenza del Misericordioso, ed a quella dell’estinzione di tutti gli universi. A contatto con lo Shaykh al-Alawi potei acquisire ciò che Allah mi aveva destinato dall’eternità al punto che il mio Shaykh mi autorizzò ad iniziare i comuni credenti al wird della confraternita e l’élite al Nome Supremo.
Sono dunque 34 anni che spendo il meglio del mio tempo e le mie conoscenze più preziose in favore di coloro, tra i miei fratelli credenti, che Allah ha predisposto a ricevere queste conoscenze… non vi dirò certo che sono un uomo infallibile, no! no! l’infallibilità ha smesso di esistere col Sigillo dei Profeti, sono un uomo simile ai credenti…. spero che Allah assolva i miei errori il giorno del giudizio e che preghiate per me nei vostri ritiri spirituali.”
Mentre lo Shaikh al-Madani attraversava la via insieme ai suoi discepoli un libero pensatore si sedette davanti al caffè moro del posto pubblico e si rivolse ai suoi compagni con tono ironico:
Ma non trovate che lo Shaykh presenta molti punti comuni col vostro Profeta?
Il più pronto del gruppo domando: ma quali?
Quale è il nome del vostro Profeta?
Mohammed! risposero essi in coro.
Lo Shaykh non si chiama così?
Quale è quello della madre del vostro Profeta?
Amina!
Ebbene, sappiate che è anche quello della madre dello Shaykh!
Il muezzin del vostro Profeta chi era?
Bilal, un nero!
Ed il muezzin dello Shaykh non è non Bey Mabrûk, guardatelo, non è nero tanto quanto il carbone? Peraltro, il vostro Profeta non ha per soprannome il padre delle figlie, perché i suoi figli sono morti in tenera età?
Certo, dici il vero!
Ebbene, lo Shaykh non ha perso anche egli tutti i suoi figli in tenera età salvo uno che ha solamente sei anni ed in compenso ha cinque figlie?
Anche in questo dici il vero, ma il Profeta irradiava luce.
Ma guardate la fronte dello Shaykh, non vedete la luce che sgorga?….
Nel gruppo c’era chi, prendendo le parole del libero pensatore alla leggera, vi scherzava sopra, altri dimenticarono subito ciò che era appena stato detto, invece, altri restarono molto tempo perplessi, sorpresi per le tante somiglianze rivelate dalla bocca ironica di colui che si vantava di non credere.
Ciò accadeva nel 1943, lo Shaykh al-Madani aveva perso tre dei suoi figli, Nasir nel 1936, un altro con lo stesso nome nel 1943, Ahmed al-Alawi nel 1940. Il solo figlio vivente era Munawwar, nato nel 1937 il quale ha preso la successione spirituale alla guida della confraternita dal decesso di suo padre.
Epilogo
È certo che lo Shaykh Mohammed al-Madani sostenne un ruolo eminente nella vita religiosa della Tunisia contemporanea, la confraternita che prese il suo nome era la confraternita sufi più dinamica e vitale della reggenza di Tunisi, questo comportò anche delle conseguenze sgradevoli, delle seccature di cui, però, Mohammed al-Madani ebbe ragione, grazie alla sua perspicacia, al suo tatto, alla sua intelligenza penetrante, alla sua vasta cultura, alla sua saggezza, alla sua rettitudine morale e al suo sufismo sincero.
Quando su nostra richiesta, suo figlio Munawwar ci fece visitare la casa di suo padre, grande fu la nostra sorpresa nel notare che i soffitti dell’anticamera e delle camere, compreso quello della camera nuziale, erano fatti di rami secchi di olivo mal sgrossati sui quali si erano poste semplicemente delle pietre dure abbastanza piatte, il tutto ricoperto di malta. Uscendo della casa ci ripetevamo sottovoce: “ No! Quest’uomo non può essere stato un impostore, se lo fosse stato non avrebbe vissuto in una casa tanto umile, tanto arcaica “.
Alcuni direbbero probabilmente che, costruita nel 1920, poteva essere solamente ciò che era, noi risponderemmo di rimando che il marmo esisteva a quel tempo a Qûsaybat al-Madiyûni perciò lo Shaykh Mohammed al-Madani avrebbe potuto, egli che aveva fatto costruire una grande zawiya, ricostruire la sua casa, o, almeno, riorganizzarla, non l’aveva fatto, mirava più lontano, più in alto, voleva vivere come il più umile dei suoi discepoli, la sua missione era sovraumana, ci diceva Mohammed Salah Mezali.
Siamo convinti, dopo avere visitato noi stessi la dimora privata dello Shaykh al-Madani, abbiamo acquisito la certezza che l’uomo, avendo raggiunto la stazione dell’Unione, dovrebbe essere annoverato tra i santi riconosciuti dell’islam contemporaneo, per essere stato l’udito di Allah, la Sua vista, la Sua lingua loquace, per il Suo amore, come potrebbe egli accettare la disunione, lui che conobbe l’Unione: “Sono unito, certamente sono simultaneamente l’amato e l’amante “.
Salah Khelifa
Tesi per l’ottenimento del Dottorato di stato in studi arabi & Islamici.
Università Jean Moulin Lione III.