Da quando Egli si è mostrato, di passione il mio cuore vaga

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Le poesie dello Shaykh Muhammad al-Madani sono scritte sotto l’influsso dell’ebbrezza spirituale e dunque partecipano della Rivelazione (da intendersi qui in senso lato dato che: ” I Sapienti sono gli eredi dei Profeti”). A questo titolo, dunque, sono tutte sostenute dall’autorità di uno o più versetti coranici. Quello che, indiscutibilmente, governa la poesia qui sotto presentata si trova nella surat al-Isra (il viaggio notturno)

E di’: “La Verità è venuta e la vanità è sparita. Perché la vanità è destinata a sparire.”
(Cor. 17:81)

Da quando Egli si è mostrato, di passione il mio cuore vaga

Shaykh al-Madani fa riferimento in questa poesia all’avanzamento iniziatico. E’ noto come questo si effettui a due livelli. Si parla così del “Viaggio verso Allah”, avanzamento che si conclude quando “La Verità è venuta” e del “Viaggio in Allah”, avanzamento senza fine (e quindi non è un … ). In effetti, il “viaggio in Allah” riguarda colui il quale, giunto allo scopo in questa vita stessa, può dire: “quando Egli è apparso! “. Ma come descrivere lo stato dell’essere che realizza l’eternità nel corso stesso del tempo?

La parola utilizzata in arabo è hama (H-Y-M): essa traduce un movimento all’apparenza erratico dovuto essenzialmente ad una passione amorosa, perplessità o alterazione (dei Sufi) spesso accompagnata da uno stato che provoca gemiti e lacrime. (Esistono, paradossalmente, grida e lacrime di gioia, ed il paradosso è sorgente di perplessità e stupore).
هام على وجهه : Andare diritto in avanti, a la ventura, secondo un disegno non programmato.

Il termine “vagare”, sebbene obsoleto e molto poco comune (in francese), c’è sembrato rendere al meglio questa nozione. Vagabondare, della stessa famiglia, avrebbe potuto convenire ugualmente, ma questo termine ha talvolta una valenza peggiorativa. Vagare significa “andare qua e là”, vuoto di scopo (dal latino vacuus da cui anche vacuità, vago [per libero (suolo), indefinito (idea)]. Questo termine corrisponde perfettamente perché la relazione che lo lega con “fana” o “zahuq” زهوق del versetto della surat al Isrâ è implicita. Il termine “errare” non conviene perché sottintende l’errore e non si deve confondere “Dâlun” con “Hâ’imun”.

Hâ’imun è: non scopo, non per assenza, ma perché è oltre o piuttosto nello scopo. Tali azioni e inspirazioni non sono più orientate verso, ma rette dallo scopo. Ci si può immaginare, per analogia, il movimento dell’ago di una bussola posizionata al nord magnetico, quale direzione può mostrare se non chiamare gli altri aghi a se come fa il Nord e piuttosto: è lei o il Nord che chiamano?

“Questo universo (kawn) è un miraggio che svanisce; Apparenze effimere!”

La Verità, menzionata nel versetto sopra citato è, in generale, storicamente intesa come la Rivelazione islamica in opposizione ai falsi sistemi o alle altre rivelazioni supposte alterate, ma nel caso dell’esperienza spirituale, descritta nel testo che qui ci riguarda, si tratta del Nome Divino “Il Vero, il Reale” che si manifesta al Suo servitore e che fa sparire tutto ciò che è altro da Lui, ivi compreso colui il quale sperimenta questa verità.

Tuttavia, la manifestazione divina (al-kawn) vista dall’essere “abitato” da questa esperienza, in quanto lui stesso “luogo di visione”, non sparisce, nel senso di tornare al nulla dopo aver avuto un’esistenza propria, è solamente lo sguardo del servitore che è mutato essendosi aperto “l’occhio del suo cuore”, strumento diretto di conoscenza del Vero. Questa scomparsa non è altro che la scomparsa dell’ignoranza la quale attribuisce alle cose una realtà più o meno indipendente dalla Sola ed Unica Realtà. Lo statuto delle cose non cambia.

Al termine dell’esperienza il velo è caduto e, nell’occhio illuminato del contemplante, la realtà del miraggio che è il mondo, lascia posto alla sola Realtà. Shaykh al Alawî scrisse (Al-Mawwad Al-Ghawtiyya) a questo proposito:

“Le cose non sono state create affinché tu le veda, ma affinché tu veda il loro Signore in esse. Quando lo riconoscerai in esse, le cose saranno con te e tu sarai col tuo Signore.”

Della mia vista tutti gli uomini sono spariti

Al-Hujwiri scriveva del Soufi: “Colui che appartiene a Dio e che a Dio appartiene non è legato a nulla nell’universo. La vera essenza della conoscenza è di riconoscere che a Dio appartiene il regno. Quando uno sa che tutto è sotto il controllo assoluto di Dio, cosa ha a che vedere con gli uomini? Ne rimarrebbe velato, rispetto a Dio, dalle loro azioni o delle proprie. Tutti questi veli sono il risultato dell’ignoranza, appena l’ignoranza è abolita si dissipano e la vita di quaggiù è resa uguale, in dignità, alla vita dell’aldilà.”
al-Hujwiri, Summa spirituale,

In concreto, agli occhi del Sufi, questa “scomparsa” degli altri non è un rigetto, un disprezzo o rifiuto di compagnia, al contrario e paradossalmente ciò gli impone degli obblighi perché in ogni uomo vede l’amico e l’Amico.

Secondo l’ hadith accettato riportato da Muslim.

Secondo Abi Hurayra: Allah – che sia esaltato – dirà il giorno della risurrezione: Oh figlio di Adamo sono stato malato e non mi hai visitato. Quello risponderà: Signore! Come avresti potuto essere malato tu che sei il Signore dei mondi? Dio dirà: ‘Non sapevi che il tale Mio servo era ammalato e non l’hai visitato? Non sapevi che se tu l’avessi visitato Mi avresti trovato presso di lui? …., (Hadith Muslim- estratti)

Anche i suoi nemici sono percepiti come la manifestazione di una prova imposta dall’Amico, esigenza ancora più difficile e che serve di misura all’amore che è capace di offrirgli!

41:34 “la buona azione e la cattiva non sono uguali. Respingi (il male) con ciò che è migliore, ed ecco che colui col quale avevi animosità diventa un amico caloroso.

L’esistente, al termine ultimo dello sguardo, è il Re, il Conquistatore“.

Per provare a comprendere l’allusione dello Shaykh, sebbene solo mentalmente, si può utilizzare la seguente analogia. L’uomo, a immagine di Dio, non sa né fa altro che Dio non abbia già saputo o fatto. La “scoperta” del linguaggio “binario”, il “passaggio al numerico”, “la realtà virtuale” che promuove e usa, sono dunque, all’insaputa di molti, una replica o un calco della Realtà. L’ alternanza di 0 e di 1, impulso elettrico-assenza di impulso, crea un insieme indefinito di mondi e di colori che si diffondono su tutte le nostre macchine moderne. Difatti, ogni suono, ogni immagine, ogni personaggio che si mostra e che si vede e sente, ogni storia o film che si svolge e che talvolta si vive coi nostri sentimenti, non sono né più né meno che una combinazione organizzata di 0 e di 1 che giungono ai nostri sensi e sono decodificati in altrettante percezioni differenti secondo gli individui. Così è del mondo che contiene gli esseri creati che hanno a loro volta creato queste macchine: Il kawn è anche egli un susseguirsi indefinito di luci e tenebre in alternanza di 1 e di 0 o piuttosto di 1 e di non 1, di Dio e di negazione di Dio. Ma al fine, andando al sostrato principiale, non si trova che Dio, il Re.

10:6
Nell’alternanza della notte e del giorno ed anche in tutto ciò che Allah ha creato nei cieli e la terra, ci sono dei segni certi per le persone che temono (Allah).

In Lui mi sono “ assentato” quando in me si è stabilita la Sua presenza

Questo è in stretta connessione con le nozioni precedenti.
L’essere non scompare nel senso che non sarebbe più esistente o cancellato e non “apparirebbe” più nel mondo. Per definire meglio la realtà di questa scomparsa, si rievocherà la nozione d’ “assenza”, vale a dire: essere, ma … non qui, per significare che nel Principio che contiene nella Sua Infinità tutto il possibile, l’essere che sperimenta la venuta del “Vero” si ritrova “nascosto”, “cancellato” a questo mondo alla stessa maniera di come si trova l’essere, (già) da tutta l’eternità, nella Scienza Divina. La radice araba ghaba genera queste due percezioni, (Assenza ed occultazione).

Questa non è altro che la realtà profonda della seconda parte della testimonianza:
محمد رسول الله
Da vivente (nel senso comune del termine) l’Inviato ﷺ
quando Egli lanciava, “Allah lanciava” (riferimento a Q. 8,17)
L’essere, afferrato dal “Vero”, attualizzando questa esperienza di scomparsa del vano, di cui fa parte in ogni momento, continua tuttavia a vivere nel mondo, chi lo vede esternamente vede una creatura ordinaria come un’altra ed effettivamente egli è, in apparenza, creatura ordinaria. ciononostante, per la sua conoscenza, che non può attribuire a se ciò che sa non avere (in proprio), “è mosso” totalmente e “agito” dal solo Essere necessario. Si tratta, beninteso, di una conoscenza ben al di là dell’erudizione o di qualunque immagine mentale.

فلم تدر من انت فكنت و لا انت
“Non sai chi sei, perché sei ma non tu” .

Non tutti saprebbero vedere questa “Verità”, ciò ha fatto dire ad un compagno, rivolgendosi ad alcuni dei suoi contemporanei: ” Conoscete dell’Inviato ciò che conosce della spada colui che ha visto soltanto il fodero“.
Così è per i santi di Dio, un Conoscitore della Via a detto:”è più facile conoscere Dio che conoscere i Suoi santi.”

E se li chiami verso la strada diritta non sentono. Li vedi che ti guardano, ma non vedono. (Cor. 7:198) .

Ed essi dicono: «Ma che Messaggero è costui che mangia cibo e cammina nei mercati? Perché non è stato fatto scendere un angelo che fosse ammonitore assieme a lui? (Cor. 25:7 ).

Non incorre in nessuno biasimo chi svela allora ciò che era nascosto; Segreto svelato!

Il Santo, erede dell’Inviato, non ha funzione legiferante, ma piuttosto vivificatrice per l’élite della comunità. A questo titolo egli ha meno vincoli nei confronti della divulgazione del segreto, ma più ancora: questa diffusione fa parte integrante della sua missione di luogotenenza perché “Di! ” قل” si rivolge anche a lui.

و الله اعلم عليه توكلت و هو رب العرش العظيم، و السلام

وَقُلْ جَاءَ الْحَقُّ وَزَهَقَ الْبَاطِلُ ۚ إِنَّ الْبَاطِلَ كَانَ زَهُوقًا (17-81)

1. Da quando si è mostrato, di passione il mio cuore vaga;
Gioie manifeste!

2. Dalla mia vista tutti gli uomini sono spariti;
Danza degli spiriti!

3. In Lui sono “assente”, quando in me Egli si è reso “presente”;
Luce splendente!

4. Tu stesso! Io non ho avuto altro scopo! ;
Tu, Luce delle magnificenze!

5. Questo universo è come un miraggio che svanisce;
Apparenze effimere!

6. L’esistente, al termine ultimo dello sguardo, è Lui;
Re, Conquistatore!

7. Chi vive di passione, s’assenta e s’inebria;
Nessuno errore!

8. Non incorre in alcun biasimo chi svela allora ciò che era nascosto;
Segreto svelato!

9. Egli ha visto l’Amato, simile alla luna agli occhi di tutti;
O sole del mattino!

10. Il suo cure colpito da stupore palpita;
Lacrime e gemiti!

11. Ha squarciato i veli che dissimulano il Segreto;
coppa rotta, Vino traboccante!

Nota: Per la traduzione e per rendere al tempo stesso il carattere conciso della lingua araba ed il ritmo della poesia, abbiamo preferito i sostantivi alle forme verbali. Sperando di far passare al meglio il soffio che abita questi versi!

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