Ogni musulmano ha il dovere di afferrare il senso della Volontà di Allah espresso dai versetti coranici e dalle Tradizioni profetiche. Tale Volontà divina, trasmessa per mezzo del Suo Amato, salla Allahu ‘alayhi wa sallam, si dirama in cinque categorie giuridiche che i Dotti definiscono “ahkām” (plurale di hukm: giudizio, disposizione o statuto legale per il quale gli atti vengono valutati). Derivato della radice araba (H K M) comprendente le nozioni di saggezza e di autorità giusta, il termine ahkam designa i saggi giudizi che Allah ha stabilito per qualificare gli atti umani. Ha titolo di esempio, Allah, che sia esaltato, ha sentenziato/decretato la preghiera canonica come “obbligatoria “. Si dirà, quindi, che l’hukm, applicato alle preghiere canoniche è l’obbligo (wujub). Così Allah non esprime in maniera diretta il Suo giudizio riguardo un atto qualsiasi, sono i Mujtahidun (coloro che praticano la deduzione legale) a impiegare i loro sforzi per renderlo esplicito applicando un metodo rigoroso. Ecco, quindi, le cinque suddivisioni che sintetizzano le caratteristiche proprie agli atti dei musulmani.
1 – L’atto obbligatorio (Fardh, فـَرْضٌ): tutto ciò che i Testi ordinano di applicare in modo categorico ed esplicito. Il compiere un atto obbligatorio sarà ricompensato, il rinunciarvi (tark), sansionato. Ogni musulmano (atto alle pratiche dell’islam) deve, quindi, compierlo necessariamente, come, ad esempio, le preghiere obbligatorie, il digiuno di Ramadhan… , se le condizioni necessarie sono presenti e gli impedimenti assenti.
2 – L’atto illecito (haram, حَرَامٌ): Ciò che ogni musulmano non deve obbligatoriamente fare poiché i Testi lo vietano in modo esplicito e netto. Commettere questo genere di atti comporta sanzione, rinunciarvi, ricompensa, come la consumazione di alcol o la pratica dell’usura.
3 – L’atto raccomandato (Mustahabb مُسْتـَحَبٌ o Mandub مَنـْدوبٌ): ciò che è raccomandato di fare per quanto possibile. Compiere questo genere di atti comporta ricompensa, ma il rinunciarvi non implica sanzione, come le preghiere surerrogatorie, ad esempio, e il digiuno di Lunedì e di Giovedì…
4 – L’atto sconsigliato (Makruh مَكـْروهٌ): ciò che è raccomandato comunque di non fare, benché i Testi non lo vietino in maniera categorica e netta. Nel farlo non si incorrerà in sanzione, ma rinunciarvi sarà oggetto di merito, come il lavarsi l’avambraccio quattro volte al posto di tre.
5 – L’atto indifferente (Mubah مُباحٌ): è considerato come “indifferente”, nel senso di permesso, ogni atto che non rientri nelle quattro categorie precedenti. È lo statuto per difetto di tutti gli atti umani compiuti spontaneamente. Né ricompensa né sanzione gli si applicano.
Dal lato della Sua Misericordia, Allah, che sia esaltato, ha ordinato solamente gli atti che comportano un beneficio spirituale o sociale. Se ne ha proibito altri è per il loro carattere nocivo all’anima o alla comunità. Per la Sua pura Misericordia ha permesso la maggior parte degli atti per non impacciare la vita umana. Quando esorta a fare il Bene e ad evitare male è per elevare lo spirito ed aiutarlo ad avvicinarsi a Lui. La Volontà di Allah è, quindi, di educare i Suoi servitori, non è Egli “Rabb al – ‘Alamin” o il Signore – Educatore delle anime?
Abu Chady al-Madani ed Omar al-Jalali.
Francia, 1 maggio 2013.
Traduction sidi Abd al-Haqq