I canti

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I canti

I canti

Quando si tratta di canticchiare della poesia, gli arabi chiamano il “canto”: sama‘. Se si tratta di canticchiare la parola tahlil, [vale a dire: la ilaha illa Allah] e le altre letture coraniche, utilizzano il termine tagbir, perché ciò fa pensare a gabir, parola che designa l’eterno o le cose dell’estrema dimora secondo le spiegazioni date da Abu Ishaq az-Zaggag [filologo arabo] e riportate da Ibn Khaldun nella sua “Storia.”

2. I negatori hanno abbondantemente criticato il sama‘, gli oppositori lo hanno disapprovato e vietato in modo categorico. Non vedo in questo che un punto di vista limitato ed una mancanza di conoscenza per non dire che le loro anime, per natura, li incitano alla pura controversia.

3. Se avessero consultato [le opere] della nobile Char‘ [Legge islamica] e ciò che ne hanno detto i sapienti, avrebbero ascoltato e seguito [le loro raccomandazioni]. Le Loro lingue si sarebbero occupate di cose proficue

4. perché i brani e le poesie del sama‘ sono fiumi e sorgenti che traboccano in massime di saggezza, verità, omelie e finezze, dai cuori di coloro che cantano, sui giardini dei cuori di chi ascolta.

5. In verità queste poesie sono un giardino splendente, dei fiori gradevoli che colgono le mani della comprensione e, per il loro aroma, profumano i cuori delle persone innamorate e appassionate.

6. Colui [l’ascoltatore] che sente l’esortazione [durante il sama‘], si conforma, la mette in pratica, rigetta l’abito d’impotenza e di pigrizia.

7. Colui che sente l’eccitazione del desiderio [verso Dio], il suo cuore si addolcisce, lo spirito si purifica, l’amore si rafforza e il desiderio aumenta, ricorda, con nostalgia, il suo Amato e lo desidera ardentemente fino a quando non ottiene da Lui l’oggetto del suo desiderio e [la risposta] alla sua domanda.

8. A questo proposito Muhyi ad-Din, per incoraggiare gli ascoltatori, dice: “Declamo il Nome di Colui che amo e lascio tutti i rivali lanciarmi le loro frecce. Se attaccano il mio cuore non me ne curo, per la grazia del Suo Nome, niente può nuocermi”.

9.Colui che sente [ed afferra] le verità ed i sensi sottili si abbevera a coppe di nettare, la sua anima si eleva verso il Compagno Supremo e lascia il Tutto, lontano, dietro lui.

10. Il sama‘ lo trasporta verso la Presenza sacra, lo fa sparire dal mondo sensibile [materiale], lo spirito stabilito nel Giardino al Firdaws mentre il suo corpo rimane tra la gente. Vede solamente il suo Amato; tutto è, ai suoi occhi, nel grembo del nulla.

Si dirige solamente verso il suo Beneamato, così come ha detto il poeta:

“Ogni innamorato si è occupato di una cosa; la mia è di amarlo”.

11. Così è del sama‘: Ciascuno ne prende ciò che può contenere il suo cuore e ciò che è in rapporto alla sua aspirazione. “E ciascuno sapeva dove doveva bere” (Corano II, 60)

12. In quanto agli altri [che non sono ancora tra gli “ascoltatori”] che si trovano lontano dalla comprensione [di ciò] che sono privi di scienza e non hanno natura sana e gusto retto, le Persone di Allah potranno nutrirli con il latte del gusto, educarli per mezzo del desiderio ardente, elevarli progressivamente finché siano tra le persone di sentimento, di realizzazione e di conoscenza.

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